Nel primo trimestre il mercato immobiliare italiano ha fatto registrare un importante crescita per quanto concerne il numero di compravendite. Diverso il discorso per quanto concerne i prezzi delle abitazioni che sono stati segnalati in calo.
Stando ai dati forniti da un’indagine condotta dall’ufficio studi di Fimaa, ovvero la Federazione italiana mediatori agenti d’affari, nel I trimestre del 2018 crescono del 4,5% le compravendite residenziali rispetto allo scorso anno. Ma l’andamento dei prezzi non va ancora di pari passo: il dato medio nazionale segna infatti un calo dell’1,2%.
Mercato immobiliare in Italia: ecco i dati
Fimaa, come detto in precedenza, ha condotto un’indagine sul mercato immobiliare italiano che ha riguardato 70 città tra capoluoghi di provincia e relativi comuni minori, evidenziando una fase di ripresa del settore con prezzi in fase di stabilizzazione.
A parte il dato su Bologna, in nessuno dei capoluoghi di provincia monitorati dall’Ufficio Studi è stato valutato nei primi mesi dell’anno un calo degli scambi, segnale di un mercato immobiliare in ripresa.
La quota di appartamenti nuovi compravenduti sul totale delle vendite è pari all’11,4% mentre sul prezzo di vendita si riesce a calare in media fino al 12,6% rispetto al prezzo richiesto. Servono in media quasi 8 mesi per riuscire a piazzare un’abitazione. La tipologia di immobile più richiesta è il trilocale.
I dati delle compravendite nelle città monitorate: Bologna, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino, Bari e Catania parlano di una crescita delle transazioni immobiliare del 4%, confermando il dato positivo rilevato nel 2017.
L’unica grande città che segna un dato negativo fra le 8 monitorate è Bologna con un saldo negativo del -6%. Ottime, invece, le performance sugli scambi a Milano e Catania con una crescita che si attesta intorno al +8%, seguite da Genova dove le compravendite nel I trimestre sono cresciute del +5,8%, a seguire Bari dove il valore di riferimento è salito del +5,7%, poi Torino +5%, Roma si ferma al +3% e infine Napoli che nel periodo di riferimento ha fatto segnare un aumento del 2,5%.