Mercato immobiliare Italia: crescono le compravendite ma i prezzi faticano a salire

Il trend del mercato immobiliare italiano è abbastanza chiaro, le compravendite continuano a crescere mentre i prezzi faticano a salire e a trovare la stabilizzazione in molte zone del paese.

Il Rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d’Italia rilevava la discesa dei prezzi delle case nel 2017 e prevedeva per questo 2018 un ulteriore rafforzamento della domanda e una eventuale appena debole ripresa dei valori.

A confermare quei dati arriva il quarto Rapporto Dati Statistici Notarili, che fornisce i numeri delle transazioni immobiliari eseguite negli studi del 98% dei notai su tutto il territorio nazionale. Le rilevazioni sempre per il 2017 parlano di un calo dei prezzi delle abitazioni del 15%, contro un incremento delle compravendite del 9,33%.

I dati del Consiglio nazionale del Notariato sull’andamento del mercato immobiliare sono allarmanti. Nel 2017, in un solo anno, il valore medio relativo alle compravendite dei fabbricati è diminuito di quasi il 15% essendo passato da 148.000 a 126.000 euro. Se il confronto venisse fatto con gli anni precedenti, poi, le percentuali sarebbero da capogiro. In troppi continuano a salutare positivamente il parziale recupero nel numero di compravendite, senza far notare che si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di vere e proprie svendite.

Mercato immobiliare italiano: ecco i dati

Nel 2017 sono state vendute 553.654 unità abitative rispetto al 2016, che aveva chiuso con un volume di 506.398 unità. Oltre il 50% degli immobili (310.880 unità) è stato acquistato con le agevolazioni prima casa, richieste soprattutto dai più giovani nella fascia di età 18-35 anni.

È il Nord a realizzare la maggior parte dei numeri sul totale delle compravendite immobiliari, con una percentuale del 55,39%, seguito dal Centro e dal Sud con valori identici del 18,50%, quindi le Isole con il 7,88%. Crescono le compravendite al Sud e nelle Isole, con in testa il Molise (+12,03%), la Sicilia (+11,69%), la Puglia (+11,32%) e la Campania (+10,44%). Valori negativi solo per una regione d’Italia, l’Abruzzo, che fa rilevare -4,56% rispetto al 2016.

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