In questa guida ti forniremo tutte le informazioni fondamentali sulla caparra penitenziale! Sei pronto?
INIZIAMO!
In Questo Articolo ti Parliamo di:
Che cos’è la caparra penitenziale
La caparra penitenziale è una somma di denaro, attraverso la quale una delle due parti che si sono messe d’accordo può recedere dal contratto che è stato stabilito.
La caparra penitenziale può essere intesa come una sorta di sanzione perché è venuto meno l’adempimento agli obblighi stabiliti dal contratto.
Nel caso dell’affitto è possibile inserire la caparra penitenziale se nel contratto è presente il diritto di recesso per una o entrambe le parti. In questo specifico caso non si avrà il diritto di richiedere un risarcimento aggiuntivo rispetto alla caparra per la quale si è preso accordo.
Caparra confirmatoria e penitenziale
A differenza di quanto si potrebbe pensare, caparra confirmatoria e penitenziale non sono la stessa cosa, perché appartengono a due categorie giuridiche differenti.
La caparra confirmatoria, infatti, è una sorta di tutela perché garantisce il risarcimento del danno, che può essere determinato dal fatto di non rispettare un obbligo contrattuale di affitto.
Si tratta di consegnare all’altra parte una somma di denaro, che vale come conferma dell’obbligo che si è assunto nei confronti dell’altra parte stessa.
Invece la caparra penitenziale tutela la parte che recede dal contratto, e non tutela la parte che ha subito il danno.
Sostanzialmente la caparra penitenziale rappresenta una sorta di corrispettivo del diritto di recesso.
Le parti coinvolte si possono accordare fin dall’inizio sul fatto che il contratto possa essere sciolto pagando un determinato prezzo.
Quando si usa la caparra penitenziale?
Essa per esempio può risultare molto utile nel momento in cui si stipula un contratto preliminare di locazione, che può essere richiesto sia dal proprietario di un immobile che vuole affittare, sia dall’inquilino che intende prendere in locazione la casa e che quindi manifesta il suo interesse nei confronti dell’immobile.
In questo caso la caparra penitenziale tutela una o entrambe la parti dal recesso del contratto di affitto concordato.
Caparra penitenziale: esempio
Se vogliamo fare un esempio di caparra penitenziale, possiamo rifarci alla clausola specifica che va inserita nel contratto.
La clausola stabilisce che entrambe le parti hanno il diritto di recedere dal contratto stabilito e specifica i termini entro i quali deve essere esercitato il diritto di recesso, da notificarsi con raccomandata con ricevuta di ritorno.
Viene indicata anche la somma di denaro che una parte versa all’altra, mentre la parte che riceve il denaro deve rilasciare una specifica quietanza.
Ma come funziona nei dettagli la caparra penitenziale?
Quando si stipula un contratto, le parti possono accordarsi per decidere di avvalersi eventualmente del diritto di recedere dagli obblighi stabiliti, versando una somma di denaro o un’altra quantità di beni.
È lo stesso articolo 1386 del Codice Civile a chiarire che la caparra deve essere espressamente pattuita. Il diritto di una delle parti o di entrambe le parti di recedere dal contratto deve essere espressamente indicato.
Quindi gli elementi fondamentali che concorrono a determinare la possibilità di usufruire del diritto di recesso tramite il pagamento di una caparra sono costituiti dalla previsione di queste eventualità all’interno del contratto e dal diritto di recesso espressamente indicato.
Per quanto riguarda l’importo da versare, quest’ultimo può variare a seconda della parte che recede dal contratto:
- Se recede colui che ha versato la caparra, è proprio lui che perde la somma versata come anticipo.
- Se recede colui che ha ricevuto la caparra, quest’ultimo deve restituire il doppio rispetto a quanto ha ricevuto.
In questo caso la caparra diventa a tutti gli effetti un modo per tutelarsi dal rischio quando si stabilisce un contratto preliminare di locazione.
Facendo un contratto preliminare, viene tutelato sia il locatore che il conduttore.
Nel momento in cui il potenziale conduttore dovesse tirarsi indietro perché magari ha trovato un appartamento migliore, con la possibilità di pagare un canone di affitto più basso, il locatore può trattenere la caparra che il mancato inquilino ha versato.
In questo caso si tratta di una caparra confirmatoria.
La caparra penitenziale, invece, si ha quando entrambe le parti si accordano per introdurre nel contratto preliminare di locazione una clausola che la prevede.
In questo caso, se il conduttore rinuncia alla stipula del contratto di locazione definitivo, perde la somma di denaro che ha versato.
Se, invece, conferma la volontà di prendere in locazione quella stessa casa e firma il contratto definitivo, il locatore che aveva ricevuto la caparra penitenziale deve restituirla.
Caparra penitenziale: quale tassazione
La caparra penitenziale viene trattenuta da una parte soltanto se l’altra parte recede dal contratto.
La somma di denaro trattenuta è soggetta ad un’imposizione diretta.
Infatti, se il contratto fosse andato a buon fine, avrebbe generato dei redditi tassabili.
Secondo anche quello che ha stabilito la Cassazione nel 2000, la tassazione sulla caparra non viene applicata nemmeno al momento della registrazione del contratto preliminare.
Il pagamento delle tasse scatta soltanto quando si verifica l’inadempimento contrattuale e quindi quando viene esercitato da una parte, anche unilateralmente, il diritto di recesso.
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