Il contratto di locazione ad uso non abitativo è molto diffuso, ma spesso si sa molto poco.
In questa guida ti indicheremo tutto quello che devi assolutamente sapere.
INIZIAMO!
In Questo Articolo ti Parliamo di:
- Che cos’è una locazione non abitativa
- Contratto di locazione ad uso non abitativo: come funziona
- Che durata minima deve avere un contratto di locazione ad uso non abitativo
- Registrazione delle locazioni non abitative
- Risoluzione contratto di affitto ad uso non abitativo
- Modello contratto locazione ad uso non abitativo
Che cos’è una locazione non abitativa
Le locazioni ad uso non abitativo sono distinte da quelle a scopo abitativo sulla base di una premessa fondamentale.
Infatti in quelle abitative c’è sempre una certa garanzia nei confronti del conduttore, che attraverso il contratto ricevuto soddisfa un interesse molto importante anche dal punto di vista legislativo, ovvero il diritto all’abitazione.
La locazione ad uso non abitativo, invece, si riferisce a degli immobili destinati ad un uso diverso rispetto a quello che è riservato all’abitazione.
Se l’esigenza è diversa per l’inquilino comunque restano in vigore tutte le implicazioni che stabiliscono le norme.
Quindi sempre il locatore mette a disposizione del conduttore un immobile e il conduttore deve pagare il canone mensile così come stabilito nel contratto.
In particolare, parlando di contratto di locazione ad uso non abitativo, si fa riferimento a degli immobili che per esempio vengono destinati a svolgere alcune attività, come quelle industriali, artigianali o turistiche.
Contratto di locazione ad uso non abitativo: come funziona
Ma come funziona il contratto di locazione non abitativo?
Come abbiamo visto, non vengono meno le norme generali che regolano le locazioni, anche per quanto riguarda le locazioni non abitative.
Infatti con il contratto di locazione ad uso non abitativo il locatore mette a disposizione un immobile destinato allo svolgimento di un’attività e, secondo ciò che è stabilito dall’accordo, il conduttore si impegna a pagare un canone mensile.
Per quanto riguarda la forma, invece, vale il principio della libertà contrattuale.
Infatti il contratto di locazione ad uso non abitativo può essere stipulato in qualsiasi forma.
Che durata minima deve avere un contratto di locazione ad uso non abitativo
Ma quanto dura il contratto?
Secondo la legge, la durata del contratto di locazione ad uso non abitativo si stabilisce in base all’attività esercitata dal conduttore, tenendo conto anche dell’intenzione che l’inquilino ha di svolgere questa attività stessa.
A livello generale, secondo le norme, per le attività commerciali, industriali, artigianali, professionali e turistiche, la durata minima del contratto di locazione ad uso non abitativo è di 6 anni.
Nel caso di attività teatrali e alberghiere, invece, la durata minima corrisponde a 9 anni.
È da dire a questo proposito che la durata è considerata un elemento essenziale.
Proprio per questo motivo, nel caso in cui il locatore e il conduttore si accordino in maniera diversa rispetto a quanto dice la legge, interviene la norma che riporta automaticamente la durata del contratto ai termini minimi stabiliti.
Se si tratta invece di una locazione che riguarda un’attività a carattere stagionale, nel corso di 6 anni o di 9 anni consecutivi il conduttore è tenuto a rinnovare il contratto stesso in base alla stagione.
Registrazione delle locazioni non abitative
Anche il contratto di locazione ad uso non abitativo obbligatoriamente va registrato all’Agenzia delle Entrate.
Si può procedere online ed è questa una modalità obbligatoria per chi ha più di 10 immobili.
In questo caso si può utilizzare il modello RLI per via telematica, sia per la registrazione che per il versamento delle imposte di registro e di bollo.
Ci si può rivolgere ad un intermediario oppure si può andare presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate.
In questo caso bisogna portare dei documenti specifici.
Si tratta di due copie del contratto di locazione, del modello RLI debitamente compilato e della ricevuta dell’imposta di bollo pagata che ammonta a 16 euro ogni quattro facciate o ogni cento righe.
L’imposta di registro è a carico del locatore e del conduttore in parti uguali.
In genere corrisponde all’1% del canone annuo, se è versata da un soggetto con partita IVA, altrimenti l’aliquota è del 2%.
Risoluzione contratto di affitto ad uso non abitativo
Secondo ciò che è stabilito dalla legge, il conduttore può recedere dal contratto di locazione ad uso non abitativo in qualsiasi momento.
È fondamentale però che dia un periodo di preavviso di almeno 6 mesi.
Però bisogna distinguere tra i contratti che prevedono espressamente una clausola di recesso e quelli che invece non la prevedono.
Infatti in quest’ultimo caso il conduttore può recedere soltanto se ci sono dei gravi motivi.
Ma cosa si intende effettivamente per gravi motivi?
Possono essere delle situazioni che riguardano il conduttore oppure possono riguardare più espressamente l’immobile oggetto dell’affitto.
Possono essere in genere delle situazioni che subentrano dopo che è stato stabilito l’accordo.
Per legge devono essere delle motivazioni che sono rapportabili ad avvenimenti estranei alla volontà del conduttore, che sono imprevedibili e che metterebbero il conduttore in una situazione troppo pesante per poter continuare il rapporto di locazione.
In realtà anche il locatore ha la possibilità di recedere dal contratto, ma soltanto in presenza di casi particolari.
Per esempio il proprietario potrebbe decidere di interrompere il rapporto di locazione, se vuole utilizzare l’immobile come propria abitazione o come abitazione del coniuge o dei parenti entro il secondo grado.
Il proprietario dell’immobile può recedere dal contratto, se vuole adibire l’immobile allo svolgimento di una sua attività artigianale, commerciale, industriale o turistica o se l’attività deve essere esercitata anche dal coniuge o dai parenti entro il secondo grado.
Inoltre un’altra motivazione può essere quella della ristrutturazione dell’immobile in modo da rendere i locali conformi ai piani comunali.
Nel caso in cui il locatore è rappresentato da una Pubblica Amministrazione, può decidere per la risoluzione del contratto di locazione ad uso non abitativo per utilizzare l’immobile per attività che riguardano la propria finalità a livello istituzionale.
Modello contratto locazione ad uso non abitativo
Ti proponiamo il modello di contratto di locazione ad uso non abitativo, in modo che tu possa vedere come stabilire un contratto di questo tipo.
Infatti ci sono delle indicazioni precise su come organizzare anche in forma scritta questo tipo di locazione.