L’andamento dell’erogazione dei mutui in Italia è quanto mai altalenante. Dopo diversi mesi di aumento di richieste e concessioni, nello scorso aprile c’è stato un rallentamento, in primis della richiesta di accesso al credito.
Paragonando i volumi di richieste con quelli dello stesso mese del 2017 c’è stato un calo del 2%. A rilevarlo è il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF, che registra il ribasso più contenuto rispetto ai primi tre mesi del nuovo anno, segno di una dinamica che ha quasi definitivamente scontato le surroghe ed entra invece in un processo di saturazione del bacino dei consumatori per i quali le rinegoziazioni possono ancora risultare convenienti.
Erogazione mutui Italia: ecco i dati
Dopo aver analizzato la quantità di richieste di mutui il Crif si è concentrata sulla somma richiesta. L’importo medio delle richieste, si fissa sui 125.662 euro. Si domandano principalmente somme tra i 100.000 e i 150.000 euro circa il 29,5% del campione rilevato, seguite dal range fino a 75.000 euro, con il 26,5%.
Per quanto riguarda la classe di durata, guadagna l’1,6% ad aprile la fascia tra i 16 e i 20 anni con il 25,8% del totale, mentre la fascia 0-5 anni è scelta solo nello 0,7% dei casi. Tra gli intervalli valutati dall’analisi, si distingue anche il range 26-30 anni, che viene preferito dal 22,3% dei clienti.
Il 34,5% del campione rilevato dal Crif che richiede la possibilità di accendere un mutuo ha tra i 35 e i 44 anni, percentuale in leggero calo rispetto al 2017 per la precisione di -1,1 punti percentuali. A seguire troviamo la fascia 25-34 anni, che guadagnando lo 0,9% arriva a coprire il 25,4%.
Le banche propongono prodotti sempre più competitivi e spread ridotti all’osso, oltre a offrire soluzioni sempre più allineate alle nuove abitudini di spesa dei consumatori. I mutui, infatti, negli ultimi mesi hanno fatto registrare i tassi d’interesse più bassi di sempre.Nel mese di aprile il tasso fisso ha fatto segnare una media dell’1,91% mentre nello stesso periodo di un anno fa si attestava al 2,36% mentre il variabile si è attestato allo 0,84% contro l’1,04% dello scorso anno a maggio.