Imu 2018: ecco in quali città d’Italia costa di più

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L’Imu o imposta municipale unica è un’imposta sulla seconda casa, infatti in linea di massima non è previsto il pagamento sull’abitazione principale. Nella fattispecie come prima casa si intende un immobile iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare.

Devono fare i conti con l’Imu anche i proprietari delle case di lusso e delle seconde pertinenze, ovvero cantine e box auto. Ovviamente sono previsti anche alcuni casi di esenzione dal pagamento dell’imposta municipale unica: per gli alloggi assegnati dagli Istituti autonomi, per le case popolari e per le unità immobiliari appartenenti a cooperative edilizie. L’esenzione è riconosciuta anche agli studenti universitari assegnatari degli immobili.

Imu 2018: ecco le città più care d’Italia

Stando i dati sull‘Imu forniti dal Servizio Politiche Territoriali della Uil, nella classifica delle città più care a livello nazionale al primo posto si piazza Roma seguita, com’è immaginabile, da Milano. I proprietari di seconde case nel capoluogo lombardo saranno costretti a pagare quest’anno circa 2040 euro tra Imu e Tasi. A Roma il conto totale è leggermente superiore e si attesta intorno ai 2064 euro. Tra le meno care d’Italia, sempre considerando le seconde abitazioni c’è Sondrio, dove tra Imu e Tasi i cittadini pagheranno circa 674 euro, ben al disotto della media nazionale che invece è di 1070 euro.

Per quanto riguarda la classifica sulle seconde pertinenze, ovvero box e cantine, Milano rimane la seconda città più cara d’Italia con una media di 99 euro. Discorso diverso, invece, per le altre province lombarde molte delle quali rientrano tra le dieci città meno care d’Italia, nella fattispecie si tratta di Varese dove la spesa si attesta intorno ai 36 euro, Bergamo e Sondrio dove per una soluzione di questi tipo è necessario spendere 37 euro.

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