È possibile fare testamento a favore di un solo figlio?
Oppure si può escludere da un testamento un figlio?
Queste domande sono molto ricorrenti quando si tiene conto dell’eredità lasciata da un genitore ai figli.
E cosa succede se un figlio che non ha ricevuto nulla con il testamento in realtà ha ricevuto diversi beni come donazione mentre il genitore era vivo?
Non devi pensare che un testamento a favore di un solo figlio sia nullo in tutte le situazioni, perché per prevedere l’annullamento di questo documento sarà necessario in certi casi portare avanti una causa da parte di coloro che potrebbero essere considerati lesi.
Andiamo a vedere quindi quali sono le situazioni da considerare e quando un testamento a favore di un solo figlio può essere visto come pienamente valido.
In Questo Articolo ti Parliamo di:
L’eredità può essere lasciata solo a un figlio?
SI. Ti spieghiamo bene!
Bisogna innanzitutto precisare che a ciascun figlio di un genitore che non c’è più spetta una quota dell’eredità.
Le norme in vigore infatti agiscono:
- nella piena tutela dei familiari di un genitore che non è più in vita
- nell’assicurare una quota dell’eredità, nell’ambito della tutela dei legittimari
È però anche specificato il fatto che questa quota può essere trasmessa ad un figlio anche mentre il genitore è in vita, con specifiche donazioni di beni di cui la persona è in possesso.
In questa situazione le quote di legittima possono essere rispettate e quindi si può considerare valido un testamento a favore di un solo figlio.
Pensiamo ad esempio al caso in cui un genitore dona un terreno ad un figlio mentre è in vita e poi decide di produrre un testamento nel quale assegna i beni che possiede ad un altro figlio.
In questa situazione vengono rispettate le quote di legittima e quindi il testamento potrà rimanere valido.
Di conseguenza un figlio che ha ricevuto già la sua quota di eredità e che non viene citato nel testamento non può contestare l’atto in questione al momento della morte del genitore, se nel testamento è nominato solo il fratello.
Quando gli eredi possono impugnare
Naturalmente è da specificare che la questione delle quote vale solo nel caso in cui sia presente un testamento redatto da un genitore.
Infatti, se non è stato prodotto un testamento, la legge stabilisce che vengano applicate delle precise divisioni tra gli eredi, tenendo conto proprio di ciò che viene indicato nelle normative di riferimento.
In ogni caso, se è presente un documento scritto, gli eredi possono decidere di effettuare l’impugnazione del testamento se credono di non aver ottenuto la propria quota di eredità.
Devi ricordare però un punto fondamentale, che è davvero determinante nel mantenere gli effetti del testamento stesso.
Se uno dei figli non ritiene di dover impugnare il testamento effettuato dal padre o dalla madre, l’atto resta valido a tutti gli effetti.
Per procedere contro una possibile lesione della quota legittima è necessario quindi agire in tribunale.
Pensiamo per esempio alla situazione nella quale un genitore decide di lasciare i propri beni ad un solo figlio, perché gli altri figli sono in condizioni economiche migliori.
Se questi ultimi non agiscono in tribunale, il testamento rimane valido a tutti gli effetti.
I tempi entro i quali agire
Se ritieni di dover agire in tribunale perché vuoi ottenere la quota di legittima, devi necessariamente presentare quella che viene chiamata azione di riduzione.
Il tempo a disposizione per agire in questo senso corrisponde ad un massimo di dieci anni.
Dopo i dieci anni infatti viene messa in atto la decadenza e diventa quindi impossibile agire in tribunale.
Il testamento a favore di un solo figlio, quindi, se non viene contestato entro dieci anni dalla morte della persona che lo ha redatto, rimane perfettamente valido e non può essere più messo in discussione.
Le quote di legittima da rispettare
Ci sono comunque, come abbiamo visto, delle specifiche quote di legittima che devono essere rispettate dalla persona che produce un testamento.
Pensiamo per esempio al caso in cui non ci siano figli.
In questa situazione la metà dei beni in possesso passa al coniuge.
Negli altri casi:
- Se c’è un figlio, il patrimonio viene suddiviso per un terzo al coniuge e per un altro terzo proprio al figlio.
- In presenza di più figli, la metà del patrimonio viene assegnata in maniera complessiva ai figli, mentre un quarto dei beni che possiede colui che non c’è più viene assegnato al coniuge.
Naturalmente è da dire anche che la divisione tra i figli viene predisposta tenendo conto di parti identiche.
È essenziale quindi in queste situazioni tenere sempre conto delle quote di legittima specifiche che devono essere rispettate, anche nel momento in cui si effettua un testamento.
Ricordiamo comunque che un testamento può essere ritenuto valido se intervengono degli accordi specifici tra il legittimario e coloro che hanno ricevuto i beni da parte della persona che non c’è più.
Si possono mettere in atto degli specifici accordi, che si configurano come dei veri e propri contratti da rispettare tra le parti.
Si parla a questo proposito di accordi di reintegrazione della legittima, che possono essere realizzati in differenti modalità e che possono prevedere diverse opportunità di azione.
In questa situazione è possibile continuare a rendere valido il testamento a favore di un solo figlio.
Tenendo conto di tutte queste situazioni, puoi comprendere che si tratta comunque di una materia complessa, che non può essere lasciata al caso.
Informati con precisione con dei professionisti se vuoi saperne di più su come agire nel pieno rispetto delle norme attualmente in vigore che disciplinano ogni caso possibile.