Vendere una pertinenza può rendersi necessario quando per esempio si decide di vendere un immobile, in quanto la pertinenza fa parte di quei beni che sono distinti dalla casa, ma soltanto apparentemente.
Per pertinenza si intendono cantine, garage, capanni adibiti agli attrezzi; ossia parti dell’immobile che si dimostrano molto utili e che seguono l’immobile principale alle quali sono collegate.
Ma che cosa si deve fare per vendere una pertinenza?
Scopriamo subito tutto ciò che c’è da sapere a questo riguardo.
In Questo Articolo ti Parliamo di:
Quali sono le pertinenze di un immobile?
Non è detto che una pertinenza sia situata direttamente accanto o in un luogo vicino all’immobile.
Può trovarsi anche distante.
Infatti il legame che c’è fra i due beni non è di vicinanza, ma si parla di un collegamento di tipo economico e funzionale.
Le pertinenze sono quegli immobili che rientrano nelle seguenti categorie catastali:
Si può vendere separatamente una pertinenza
Generalmente la prima domanda che ci si pone è la seguente:”Come vendere separatamente una pertinenza?”.
Secondo ciò che stabilisce il Codice Civile, le pertinenze sono quei beni che in maniera durevole sono destinati al servizio o all’ornamento di un altro bene.
Per quanto riguarda la questione della possibilità di venderle separatamente, in linea di massima le pertinenze di un’abitazione seguono il destino dell’immobile principale e di solito vengono vendute insieme ad esso.
Infatti l’articolo 818 del Codice Civile stabilisce proprio questo.
Tuttavia c’è una specificazione, ovvero il fatto che può essere disposto diversamente.
Se questa disposizione non viene resa in modo esplicito, vale sempre il vincolo pertinenziale.
Questo significa che le pertinenze possono essere vendute separatamente dal bene principale, se tutto ciò viene specificato chiaramente nell’accordo fra le due parti.
Quindi, se il venditore e l’acquirente sono d’accordo, si può vendere una pertinenza separatamente con una trattativa a parte, magari anche ad una persona diversa da chi acquista l’abitazione.
Quali documenti sono necessari per vendere una pertinenza
Ma andiamo al punto di vista burocratico, perché comunque ci sono dei documenti che, nel momento in cui si vuole vendere una pertinenza, è necessario possedere.
Il venditore deve sempre mostrare alla parte acquirente, anche in sede notarile, alcuni documenti fondamentali.
Deve fornire, in dettaglio:
- la planimetria catastale
- l’atto notarile di acquisto con relativa nota di trascrizione
- un documento di identità
- un codice fiscale
- una dichiarazione di successione (se c’è)
- i provvedimenti edilizi che sono stati approvati nel corso del tempo
Quanto costa un atto di vendita di una pertinenza
Innanzitutto, se vuoi vendere una pertinenza, ricordati che non è sempre necessario ricorrere ad un atto notarile.
Secondo ciò che ha stabilito l’articolo 29 del DDL Concorrenza, il passaggio di proprietà di beni immobili che non sono ad uso abitativo può essere semplificato.
Quindi si può evitare anche il ricorso ad un notaio se il prezzo di vendita della pertinenza è inferiore a 100.000 euro.
In questo caso può essere sufficiente ricorrere ad un avvocato.
Quindi le parti, venditore e acquirente, possono risparmiare dei costi.
Se, invece, necessariamente occorre ricorrere ad un notaio, si devono considerare le spese notarili per fare un rogito.
In particolare, però, è difficile definire in generale a quanto ammontano queste spese, perché dipendono da diversi fattori.
Innanzitutto si devono considerare le tariffe applicate dal notaio e poi influiscono anche la città e la zona d’Italia in cui viene fatto il rogito e il tipo di pertinenza che viene venduto.
Un altro fattore che incide è il valore stesso della pertinenza.
A questo riguardo bisogna sapere che vengono applicate delle percentuali in base al fatto che il bene superi il valore di 25.000 euro.
Queste percentuali possono essere diverse se il valore del bene è inferiore o uguale sempre a questa soglia di cui abbiamo detto:
- se la pertinenza ha un valore inferiore a 25.000 euro, viene applicata la percentuale dell’8%, che può arrivare anche fino al 16%
- se il bene ha un valore superiore a 25.000 euro, viene applicato il coefficiente dell’1%, per arrivare ad un massimo del 6%
Va, però, specificato in questo senso che queste percentuali vengono prese in considerazione più per un bene che, a livello giuridico, non è una pertinenza vera e propria o comunque nel caso in cui viene acquistato singolarmente.
In genere, quando la pertinenza è strettamente tale, viene eseguito un unico rogito con l’applicazione di altre percentuali, in modo da comprendere anche l’abitazione.
Tasse da pagare
Le tasse da pagare consistono essenzialmente nell’imposta di registro pari al 9% che viene calcolata in base al valore del bene.
L’importo minimo, comunque, non deve essere inferiore a 1.000 euro.
Poi si aggiungono l’imposta ipotecaria e quella catastale, fissate nella misura di 50 euro ciascuna.
Questo specialmente quando si acquista un bene connesso ad un’abitazione per uso investimento.
Ci sono, comunque, delle imposte agevolate per le pertinenze specifiche, che sono, per esempio, pari al 2% per quanto riguarda l’imposta di registro, stabilite sul valore del bene o sul valore della rendita catastale, il cui calcolo viene moltiplicato per il coefficiente pari a 115,5, con un importo minimo sempre non inferiore a 1.000 euro.
Questo almeno quando la pertinenza viene acquistata contestualmente all’abitazione principale, quindi alla prima casa.
Si aggiungono sempre l’imposta ipotecaria e catastale, entrambe fissate nella misura di 50 euro.
Le stesse vengono pagate anche quando l’acquisto della pertinenza non è connesso alla prima casa, ma ad un’abitazione diversa dall’abitazione principale.
In questo caso non può essere applicata comunque l’imposta di registro agevolata, ma si deve pagare quella al 9% calcolata sul valore del bene oppure sul valore della rendita catastale, che viene moltiplicato per un coefficiente pari a 126.
Anche in queste situazioni l’importo minimo non può essere inferiore a 1.000 euro.
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